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Musicalia: il Museo della Musica Meccanica a due passi da Cesena

 

Musicalia è stata una bella scoperta a due passi da casa: il Museo della Musica meccanica è a Villa Silvia, sulle colline di Cesena.



Ecco il racconto della nostra visita guidata coi bambini, sia a Musicalia che al Museo Carducciano e al Giardino letterario, che si trovano sempre a Villa Silvia.

Musicalia: il Museo della Musica Meccanica a Cesena

Il Museo della Musica Meccanica è un luogo affascinante, mentre ti addentri fra le stanze, vieni avvolto dalle note che escono da strani strumenti, che mai avresti immaginato esistessero. È stata davvero una visita che ci ha stupito (in alcuni casi ero a bocca aperta più io di Margherita!).

Che tu sia appassionato di musica o no, che tu sia grande o piccolo, poco importa, verrai rapito da questi strumenti geniali e dalle loro storie. E forse desiderai essere nato in un’altra epoca (come è successo a me!).

Musicalia a Villa Silvia

Villa Silvia è una bellissima villa del Settecento che si trova sulle colline di Cesena, a Lizzano. A fine Ottocento è diventata la residenza estiva di due conti faentini che l’hanno resa un salotto letterario, invitando scrittori, musicisti e altri personaggi legati alla cultura cesenate.

La Contessa Silvia era essa stessa una musicista e compositrice e questo ha reso ancora più interessante il legame tra il Museo e il luogo che lo ospita.

Il Museo della Musica Meccanica a Cesena: le sette stanze

Ma veniamo alla nostra visita, il Museo è gestito dall’AMMI, l’Associazione della Musica Meccanica Italiana, ed è diviso in sette stanze, disposte in ordine cronologico. Si parte con il viaggio nel tempo da quella con gli strumenti più antichi arrivando alla stanza con quelli più recenti.

1. Il tamburo da guerra

Non sapevo bene cosa aspettarmi da questa visita e nella prima stanza sono subito rimasta a bocca aperta. Si entra in un tendone da guerra, con la stoffa a righe rosse e bianche e un mega tamburo trainabile. Si tratta di un tamburo da guerra progettato nientepopodimeno che da Leonardo da Vinci a fine Ottocento e realizzato seguendo le sue indicazioni dall’AMMI,. Se ti stai chiedendo che rumore faccia, beh, Margherita ha fatto un salto!

tamburo da guerra
Tamburo da guerra

2. Il salotto di metà Ottocento

In questa stanza siamo entrate nell’atmosfera dei salotti aristocratici in cui a metà Ottocento si è diffusa la musica meccanica, spesso nascosta. Strumenti musicali si celavano in bottiglie, portasigarette o in automi che molte volte avevamo le sembianze di scimmie. L’obiettivo era quello di stupire gli ospiti e direi che con noi ci sono riusciti!

3. Organi di strada

Dai salotti alla musica di strada, dove gli strumenti gli organi si chiamavano spalloni proprio perché i musicisti se li caricavano in spalla prima e dopo i loro spettacoli.

Abbiamo visto delle vere e proprie orchestrine portatili che funzionavano con le monetine, un po’ come i juke box.

organo di strada con spartiti
Organo di strada

4. La sala di registrazione sonora

Qui abbiamo scoperto il fonografo, il primo strumento che registrava e riproduceva i suoni. Abbiamo anche visto un filmato tratto da un film che raccontava questa invenzione di Edison. In questa stanza è stata ricreata anche una piccola sala di registrazione.

 

parete con vari fonografi e la statua di un cane
I fonografi

5. La sala della Regina Margherita

Siamo poi entrati in una bella stanza ovale tutta decorata, che era stata allestita così in occasione della visita della Regina Margherita nel 1905, visita che però fu disdetta. Tuttavia la stanza è rimasta così e abbiamo ballato tra le note di un pianoforte suonato da dita meccaniche che suonano meccanicamente la tastiera leggendo rulli di carta traforati.

6. La Hall di un Grand Hotel

A inizio Novecento, per intrattenere gli ospiti dell’hotel, oltre ai grammofoni in cui inserire la monetina per far partire la musica, questa usciva dai quadri e da strani carillon.

Sempre in questa stanza abbiamo scoperto anche il violano: un mix tra un pianoforte e un violino, prodotto a Chicago nel 1913.

7. Gli organi da fiera

Nell’ultima stanza siamo tornati ancora indietro nel tempo, a metà Ottocento, in una fiera di paese con questo grande organo che un tempo funzionava con una macchina a vapore e animava le feste, facendo ballare e divertire grandi e bambini.

Carducci a Cesena: il Museo Carducciano a Villa Silvia

Villa Silvia ha ospitato per undici estati anche il poeta Giosuè Carducci che era profondamente innamorato di Cesena e di questa terra e legato da una sincera amicizia con la Contessa Silvia.

Ed è proprio la Contessa che nel suo testamento ha espressamente richiesto di mantenere intatta la stanza del poeta, che ora è possibile ammirare durante la visita guidata al museo a lui dedicato.

Il Giardino Letterario dedicato a Carducci e alla Contessa

bimba nel giardino letterario vicino alla sagoma di Carducci
Il Giardino Letterario

La nostra visita è partita all’esterno dove è allestito un Giardino Letterario di tre stanze in cui voci fuoricampo riprendono i dialoghi tra la Contessa e Carducci, ne narrano le storie e le poesie, mentre nell’ultima si ascolta un’opera musicale composta dalla Contessa con le parole del poeta.

stanza originale di carducci a villa silvia
Stanza originale di Carducci a Villa Silvia

Si passa poi all’interno dove si ascoltano gli scambi epistolari tra i due Conti e si può visitare la stanza originale di Carducci e un piccolo salottino ricreato con gli effetti personali della Contessa.

 

La visita guidata a Musicalia coi bambini

La visita al Museo della Musica Meccanica dura circa 45 minuti, mentre se si aggiunge anche quella al Museo di Carducci, si trascorrerà a Villa Silvia circa un’ora e mezza.

Margherita ha quasi quattro anni e durante l’ascolto degli commenti audio del Museo Carducciano non era troppo interessata, ma poi è stata totalmente conquistata  si è divertita tantissimo a sentire e osservare gli strumenti musicali. Sicuramente un bambino più grande che magari sta studiando Carducci a scuola troverà interessante anche la parte a lui dedicata.

Per quanto riguarda i bambini molto piccoli, alcuni strumenti fanno un suono molto forte, perciò se magari stanno dormendo o non sono abituati, potrebbero avere paura, ma in realtà la riproduzione dura solo qualche secondo!

Tutti, o quasi, gli strumenti vengono suonati durante la visita e in situazioni normali (pre pandemia) alcuni venivano anche fatti provare ai bambini o venivano fatte inserire le monetine per farli azionare.

Vengono (o almeno venivano!) organizzati anche visite e laboratori per bambini, che speriamo possano riprendere presto. Tuttavia la nostra guida è stata bravissima a coinvolgere Margherita e a spiegare anche a lei come funzionavano gli strumenti.

Il Museo della Musica Meccanica a Cesena: info utili

Normalmente il Museo è aperto nel weekend e nei giorni festivi, mentre ora è possibile visitarlo solo dal lunedì al venerdì sempre su prenotazione, trovi i contatti e gli aggiornamenti sul sito di Musicalia.

Tariffe per visitare il museo della musica

In questo periodo, in cui ha ha appena riaperto, la visita è gratuita.

Normalmente il biglietto intero costa 4 €, mentre pagano 3 gli over 65 e 2 € i ragazzi dai 3 ai 14 anni ed entrano gratis i bambini sotto i 3 anni.

All’interno della Villa ci sono anche un piccolo bookshop, dove è possibile acquistare libri e piccoli gadget come carillon e c’è anche una biblioteca.

All’esterno c’è un bellissimo giardino con un belvedere da cui ammirare il panorama, un lungo viale dove passeggiava anche Carducci e un parco giochi.

 

Se stai organizzando una gita a Cesena, qui trovi 10 cose da fare coi bambini (una è proprio Musicalia!) e possono interessarti anche il museo dell’Ecologia e i Musei dell’Emilia Romagna.

Giulia Gardini
Giulia Gardini
Mi chiamo Giulia Gardini e sono cresciuta mangiando piadina a tutte le ore e i cappelletti in brodo anche a Ferragosto, continuo a farlo ora con i miei bimbi. Da quando sono nati Margherita , Federico e Ludovica, io e il babbo Matteo stiamo riscoprendo la nostra Emilia Romagna, a misura di bambino.
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Eravamo in due, Francesco e Cristina, improvvisamente ci siamo trovati in quattro, quando nel 2012 sono nati Enrico e Giulia. Abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, ma non volevamo rinunciare alla nostra passione: VIAGGIARE. Grazie ai nostri “piccoli” abbiamo capito che esiste sempre un viaggio giusto.

Giulia Gardini
Mi chiamo Giulia Gardini e sono cresciuta mangiando piadina a tutte le ore e i cappelletti in brodo anche a Ferragosto, continuo a farlo ora con i miei bimbi. Da quando sono nati Margherita , Federico e Ludovica, io e il babbo Matteo stiamo riscoprendo la nostra Emilia Romagna, a misura di bambino.